Omicidio Matilda: a Novara prima udienza del processo
Dovrà tornare nell’aula del tribunale di Novara il prossimo 15 giugno. Ma Elena Romani, la hostess di 32 anni accusata di omicidio preterintenzionale di sua figlia Matilda, 22 mesi, si dice serena. Lei si è sempre dichiarata innocente: i suoi difensori hanno chiesto infatti il giudizio immediato, perché sia fatta subito giustizia, affermano fuori dall’aula della Corte d’Assise. A sostenere Elena Romani, alla prima udienza del processo che dovrà decidere se è stata lei ad uccidere sua figlia in un attacco d’ira, come afferma l’accusa, c’erano i suoi genitori, dai quali ha trascorso i 5 mesi di domiciliari dopo il carcere. C’era anche il padre di Matilda, Simone Borin. Che, dice Elena Romani, le ha sempre creduto perché la conosce bene, sa che lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Ma, aggiunge la ex hostess, anche Matilda, la sua bambina, è sempre presente. “Mi è sempre vicino. Non mi ha mai lasciato” dice la donna in una pausa del processo. In aula è arrivato anche Antonio Cangialosi, l’ex fidanzato di Elena. È nella sua casa a Roasio, nel Vercellese, che nel luglio del 2005 Matilda fu uccisa. “Deve essere accertata al 100% la verità. Io ho molta rabbia. Si sono persi i sentimenti veri”. Anche l’uomo, scagionato quasi subito dagli inquirenti, dovrà essere sentito nelle prossime udienze. Lui ed Elena hanno sempre dato versioni discordanti su quella notte.