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02 giugno 2006

Attentato dinamitardo a Fossano, nessun ferito

Non doveva essere solo un avvertimento. Avevano preparato bombe che potevano uccidere. E solo per caso i Carabinieri che sono accorsi dopo la prima esplosione, non sono stati investiti dallo scoppio del secondo ordigno. Tattica e tecnica che ricordano gli attentati degli anarco-insurrezionalisti, quelle usate la notte scorsa davanti la sede della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, provincia di Cuneo, che ospita in tutto 700 militari. Il primo ordigno scoppia alle tre e mezza: era stato messo dentro un cassonetto per la raccolta della carta. Serviva per attirare l’attenzione dei militari, che infatti sono accorsi subito convinti che ci fosse stato un incidente stradale. Ma presto hanno capito che si era trattato di un’esplosione. Un quarto d’ora ancora e scoppia il secondo ordigno, piazzato dentro un contenitore per la raccolta del vetro. I Carabinieri si sono salvati per miracolo, perché in quel momento stavano ripulendo la strada dai detriti della prima esplosione, e la deflagrazione non li ha investiti. E che fosse un ordigno costruito per uccidere lo hanno capito subito gli artificieri quando sono arrivati sul posto. Era stato fatto con chiodi e pezzi di ferro. Un tipo di ordigno che utilizzano spesso gli anarchici. Ed è in questa direzione che si muovono le indagini, anche se, in attesa di una rivendicazione, non vengono tralasciate altre ipotesi. Per gli investigatori poi, un attentato nel giorno della ricorrenza della Festa della Repubblica, non può essere solo una coincidenza.



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