Torino 2006: la seconda notte bianca batte la prima
In tanti – 400, 500mila – in strada fino all’alba per dire che nulla sarà più come prima e anche per dirsi “bravi”. I torinesi hanno voluto chiudere le ventesime Olimpiadi invernali con una notte bianca all’insegna della festa e di quella gioia velata di tristezza come per tutte le cose belle che finiscono. Musica, suoni, giochi per le strade del centro prese d’assalto da gente giunta da ogni dove per chiudere un’Olimpiade eccezionale, quindici giorni che hanno cambiato il volto di una città che da grigia, operaia è diventata splendente e sorridente. Musei, cinema e persino chiese aperte. Commercianti a distribuire pollo arrosto gratis per sconfiggere la sindrome influenza aviaria, vip e presunti tali nelle feste organizzate dalle case delle varie nazioni ospiti alle olimpiadi. Notti bianche anche a Bardonecchia, Sestriere, Sauze, Cesana, cioè sulle montagne olimpiche con fuochi d’artificio, polenta e vin brulé. Una festa, insomma: merito di tutti, degli organizzatori, degli amministratori ma soprattutto dei torinesi che han saputo essere ospitali e caldi con la consapevolezza che per la città la vera sfida comincia adesso, con il dopo Olimpiadi.