Un immobiliarista romano si insedia al Lingotto, ex fabbrica della Fiat e simbolo dell’identità industriale torinese. Danilo Coppola, il cui nome è corso in questi giorni nell’intricata vicenda per il controllo della Banca Antonveneta, è diventato con l’Ipi (società anch’essa proveniente dalla galassia Fiat) l’azionista di maggioranza della Lingotto Spa, la società proprietaria dei 48 mila metri quadrati di uffici, dei 32.500 occupati dai due alberghi di lusso della catena Le Meridien, dei 140 mila di parcheggi (4 mila posti auto), del ristorante che sorge sulla storica pista sul tetto del complesso e dell’avveniristica Bolla, la grande sfera di cristallo, annessa alla piattaforma per l’atterraggio degli elicotteri, che svetta sopra la pista e che viene utilizzata per incontri e cene di rappresentanza. L’Ipi aveva già il 31% della Lingotto Spa ed ora ha formalizzato l’accordo per l’acquisizione del 51% delle azioni detenute da San Paolo Imi, Unicredit e Generali Assicurazioni. Il contratto definitivo è previsto per la fine di settembre 2005. Azionisti della Lingotto Spa sono anche la Risanamento (17,02%) e il Comune di Torino (0,42%). Lingotto è stato il primo edificio industriale realizzato in Italia sull’esempio americano. Il suo destino è cambiato nel 1983 quando, in seguito alla chiusura definitiva dello stabilimento, si è deciso di riconvertirlo in un grande centro polifunzionale. Progettato negli anni ’20 dall’architetto Giacomo Mattè Trucco, ha due corpi longitudinali di ben 507 metri di lunghezza e di 24 di larghezza, uniti da 5 corpi trasversali. A vincere il concorso internazionale, bandito nel 1983, è stato l’architetto genovese Renzo Piano, che ha proposto una destinazione d’uso in grado di proiettare l’edificio nel futuro, facendone nuovamente un punto di riferimento nella Torino del XX secolo: non più emblema dell’industria, ma del terziario avanzato.

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