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13 febbraio 2006

Torino 2006: papà di Denise fra gli autisti dei Giochi

Le Olimpiadi sono una vetrina internazionale eccezionale. Un’occasione da non perdere. Così deve aver pensato un autista delle navette che portano i giornalisti da Cesana a Sestriere, sui siti di gara. È Pietro Pulizzi, il padre naturale di Denise Pipitone, la bimba sparita nel nulla il 1 settembre 2004. Quest’uomo ha lasciato la sua Mazara del Vallo, in Sicilia, per venire in Valsusa a guidare la sua corriera, ma non ha smesso di proseguire la battaglia disperata per avere notizie della piccola. Tutte le mattine stende uno striscione nella cittadina a 2mila metri e sul pulmino ha affisso la foto segnaletica di Denise. Non vuole parlare di fronte alle telecamere, accetta controvoglia anche solo di farsi riprendere: non vuol essere lui il protagonista di questa vicenda ma Denise, la figlia avuta da Piera Maggio sposata Pipitone. La sua speranza è che fra le migliaia di turisti, giornalisti, atleti e tifosi, soprattutto stranieri, che ogni giorno salgono al colle del Sestriere qualcuno riconosca Denise e sappia dargli qualche indicazione per trovare quella bimba che oggi ha 5 anni e mezzo ma che nessuno sa dov’è. Starà a Sestriere per 20 giorni e li spenderà a guidare la navetta e a raccontare a tutti il suo dramma. Ma Pietro Pulizzi vuole anche aiutare l’altra sua figlia: una ragazza di 19 anni che oggi è l’unica indagata nell’inchiesta aperta in Sicilia sulla scomparsa di Denise. Secondo gli inquirenti per gelosia avrebbe fatto rapire dagli zingari la piccola. Ma non è mai emerso uno straccio di prova. Questa è la missione di Pietro, per queste ragioni ha lasciato la Sicilia per venire alle Olimpiadi.



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