Un delitto compiuto nella notte tra giovedì e venerdì scorsi in una palazzina di Omegna, in provincia di Verbania. Una donna, Silvia Dragna, di 40 anni, assassinata con 12 coltellate e ritrovata nel suo letto con un coltello conficcato nell’addome. Un uomo, il marito, il 40enne Antonino Sidoti, in carcere con l’accusa di aver compiuto il delitto. E, da questa notte, l’iscrizione nel registro degli indagati di uno dei figli della coppia, una ragazza di 16 anni. Tanti elementi da districare per i magistrati della Procura di Verbania che indagano su questo delitto. L’allarme era stato lanciato proprio dalla ragazzina, che aveva ritrovato a casa la madre uccisa, il padre disperato seduto vicino a lei, e due fratellini di 11 e 6 anni addormentati nella stanza a fianco. I sospetti si erano subito concentrati sull’uomo, che però ha continuato a negare ogni responsabilità. Ma via via che le indagini andavano avanti, diversi elementi hanno portato gli investigatori a sospettare anche della giovane: un secondo coltello utilizzato probabilmente nel delitto è stato ritrovato pulito e riposto in cucina, alcuni stracci utilizzati forse per togliere il sangue, un poster con alcune scritte a mano giudicate interessanti e una videocassetta, sono stati ritrovati invece in un cassonetto dei rifiuti vicino alla casa. Elementi che hanno portato i magistrati a un lungo interrogatorio della giovane la notte scorsa, terminato poi con la sua iscrizione nell’albo degli indagati, senza che finora sia stata resa pubblica l’accusa.

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