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05 febbraio 2006

Torino 2006: le contestazioni accorciano percorso fiamma olimpica

Slalom tra applausi e proteste e poi stop alla fiaccola olimpica. Dopo lo scippo subito da una tedofora a Trento e le contestazioni in Lombardia, oggi il movimento “No Tav” e chi gli ruota attorno, anarchici e no global, hanno costretto la carovana della torcia a fare dietrofront. Niente bassa Valle di Susa, hanno deciso forze dell’ordine e organizzatori: finire tra le centinaia di persone intenzionate a contestare, a Bussoleno, sarebbe stato troppo rischioso. Al 57° giorno del suo giro d’Italia, la fiaccola ha comunque raccolto anche oggi tantissimi applausi, sguardi ammirati se non addirittura commossi da persone di ogni età, sportivi e non, assiepati lungo le strade come in ogni regione d’Italia, da quando la carovana della torcia è partita da Roma per il suo viaggio lungo 11 mila chilometri. E a Condove, il comune a valle di Bussoleno, è stata forte la delusione delle 2-3 mila persone che si erano radunate per festeggiare il simbolo di Olimpia che non è mai arrivato. Passata sotto l’arco di Augusto di Susa, la carovana della fiaccola ha fatto fatica a farsi largo tra due ali di folla: gli organizzatori sono riusciti a tenere lontano i “No Tav” più caldi, uno dei quali ha gettato una bandiera sulla fiaccola rischiando di incendiarla. Poi gli organizzatori hanno deciso di evitare ai tedofori e al loro seguito di passare sotto le probabili forche caudine di Bussoleno. La torcia, caricata in auto, ha poi ripreso il suo percorso a Bardonecchia con i tedofori festeggiati da migliaia di persone per le vie della città.



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