Museo Egizio, Dante Ferretti lo riempie di luce
Ci voleva lo scenografo Dante Ferretti, premio Oscar per “The Aviator”, curatore delle scene del Festival di Sanremo 2005 e tanto altro, a riempire di luce un luogo, il Museo Egizio di Torino, tradizionalmente visto come un museo statico, misterioso sì, ma un po’ “polveroso”. Oggi è stato inaugurato il grande Statuario “rivisto” da Ferretti. La messa in scena, se così si può definire il lavoro del grande scenografo, delle grandi statue, arriva in un momento in cui il Museo si sta preparando, con non poca eccitazione, all’“invasione” olimpica. Il suo presidente Alain Elkann ha già annunciato che tra i primi visitatori dello Statuario, ma anche dell’intero museo rinfrescato e ammodernato in alcuni aspetti, a partire dalle didascalie ora più visibili e in più lingue, ci saranno, dalla prossima settimana, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il principe di Monaco, Alberto Ranieri, il presidente dell’Austria, l’ambasciatore americano. Le Sfingi, i faraoni Thutmosi II, Amenofi I, Tutankhamon, Sethi II, il grande Ramesse II, ma anche il dio Ariete, il dio Ptah, la dea a testa di leone Seklmet appaiono avvolte di un mistero nuovo, la luce bianca, argentea che le invade (tramite 150 spot Le Perroquet della Guzzini) sembra farle respirare. Per il Museo Egizio, primo museo nazionale gestito da una Fondazione mista pubblico e privato, l’inaugurazione dello Statuario è il primo appuntamento di un percorso di innovazione che investe tutto il museo e che vedrà negli anni prossimi interventi anche strutturali importanti, in particolar modo quando la Galleria Sabauda verrà spostata. Il restyling di Ferretti è costato circa un milione e 300mila euro di cui 896 erogati dalla Compagnia San Paolo e 323 dal Ministero per i Beni Culturali e dallo stesso Museo.