Uccise genitori, condannato a 23 anni dopo “show” in aula
Per avere ucciso i genitori a coltellate un uomo è stato condannato a 23 anni di carcere, a Torino, al termine di un processo caratterizzato dai suoi ‘show’: ha detto di essere un’altra persona, ha accusato i pm di sevizie e in un’occasione si è persino denudato in aula. I giudici gli hanno riconosciuto il vizio parziale di mente. Il protagonista della storia è Roberto Porpiglia, 38 anni, accusato di avere massacrato il padre Franco e la madre Angela, di 73 e 65 anni, nel luglio del 2004. Dopo i delitti si diede alla fuga, ma venne catturato dagli uomini della Squadra Mobile nel giro di una settimana. Il movente degli omicidi, però, è rimasto ignoto, visto che Porpiglia non solo non ha collaborato con gli inquirenti, ma li ha ostacolati con una serie di dichiarazioni squinternate: dapprima ha sostenuto di chiamarsi in un altro modo (il nome era quello di un suo vecchio amico, che naturalmente ha smentito), poi si è descritto come un ufficiale dell’aviazione americana perseguitato dalla Cia, quindi ha accusato i pubblici ministeri (due donne) di averlo torturato su una spiaggia a Barcellona e anche in carcere, e ha criticato aspramente i suoi avvocati, rei di non averlo difeso a dovere.