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20 aprile 2006

Gattinara insorge, “il petrolio l’abbiamo già… è il nostro vino”

Chi non ha mai sognato di avere un giacimento di petrolio nel proprio giardino o nel proprio campo… Ebbene succede anche il contrario: c’è chi annuncia barricate contro l’arrivo delle trivelle, tutto per salvare i vigneti. Petrolio contro vino, quindi. Succede a Gattinara, provincia di Vercelli, laddove finiscono le risaie e cominciano le colline dove si produce proprio il Gattinara, un vino della famiglia dei nebbioli. Un’area di un centinaio di ettari dove cresce il vitigno Gattinara, docg dal 1990, 600mila bottiglie all’anno. Come un fulmine a ciel sereno, tipo quelle saette che minacciano grandine, arriva la notizia che una società britannica, la Northern Petroleum, ha ottenuto le autorizzazioni necessarie per avviare trivellazioni alla ricerca di petrolio proprio in quest’area. A Castelletto Ticino, da 20 anni si estraggono mediocri quantitativi di oro nero e i geologi inglesi sono convinti che anche a Gattinara ci siano giacimenti. Apriti cielo. Contadini e produttori non ci stanno, sono pronti a difendere coi denti i loro filari, il loro vino prestigioso. Il comune di Gattinara e il presidente della Provincia Renzo Masoero si mobilitano, si cercano conferme alla noti zia: dalla Regione Piemonte dicono di non saperne nulla, da Roma si apprende che la Unmig di Bologna sarebbe l’ente incaricato di effettuare le prime trivellazioni su un’area di 400 km quadrati fra Novarese e Vercellese. L’enoteca comunale si schiera in prima fila nella difesa delle viti con il presidente Carlo Riva Vercellotti: “Noi l’oro nero ce l’abbiamo già, il nostro vino…”.



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