Gli islamici in Piemonte sono 40 mila
Gli islamici in Piemonte sono 40 mila
Un quarto dei 40 mila musulmani che vive in Piemonte può essere definito “fondamentalista”. È quanto emerge da un approfondita ricerca condotta dal “Centro Federico Peirone” di Torino, specializzato nello studio dell’Islam. Sono state intervistate 1.500 persone nell’arco di un anno (da un Ramadan all’altro) e tutti gli imam; secondo i curatori, la ricerca “è la maggiore per estensione e diversificazione del campione finora condotta in Italia”. Le interviste sono state fatte da persone della stessa etnia del campione: i marocchini hanno raccolto le risposte dei marocchini, gli albanesi degli albanesi e così via. Emerge che in Piemonte vi sono 43 moschee o sale di culto, che però sono frequentate solo da una minoranza. A questo proposito i ricercatori hanno compiuto, a Torino, rilevazioni dirette, raccolto le risposte degli interessati e quelle degli imam. Dalle prime risulta che l’affluenza reale in moschea al venerdì è del 4% del totale dei musulmani (il doppio durante il mese di Ramadan), dalle risposte degli imam si sale al 5%, mentre dalle affermazioni degli intervistati la percentuale balza al 26%. Ma un dato incontrovertibile è che il cosiddetto “islam laico” è assolutamente minoritario, in generale solo il 3% non auspica una società basata sulla legge islamica, la sharìa; il 61% vorrebbe anche l’applicazione delle pene coraniche tradizionali, ad esempio in caso di adulterio; il 67% un diritto di famiglia regolato dalla legge islamica. Non è nemmeno vero, sempre secondo l’indagine, che “tutti i musulmani sono fondamentalisti e potenziali terroristi”, anche se l’islam radicale (rigorista sia in religione che in politica) e l’islam islamista (rigorista nelle scelte politiche, ma non nella pratica religiosa) rappresentano un 24% dei musulmani piemontesi.