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02 aprile 2005

Morte Papa: dolore e lutto in Piemonte

“Avevo appena terminato una recita del rosario per il Papa, ho acceso la televisione ed ho appreso la notizia”. Il cardinale di Torino, mons. Severino Poletto, apre così pochi minuti prima di mezzanotte l’improvvisata veglia di preghiera per la morte di papa Giovanni Paolo II. È il santuario della Consolata, il cuore della cristianità torinese, il punto di raccolta dei fedeli, di tutti coloro che appena appresa la notizia della morte del Papa han voluto raccogliersi in preghiera. Erano da poco passate le 22 quando sul sagrato di questo santuario nel centro storico di Torino ha cominciato a radunarsi una piccola folla. Giovani, anziani, uomini, donne nel trambusto della sera del sabato, di cene al ristorante, di traffico intenso han voluto radunarsi per l’ultimo estremo saluto al Pontefice, un’improvvisata recita del rosario piena di commozione e di dolore. Torino era molto legata a questo Papa. La città dei santi sociali, di don Bosco, del Cottolengo, aveva avuto ben 4 visite di Giovanni Paolo II che più volte si era inginocchiato di fronte alla Sacra Sindone, l’icona della sofferenza del Cristo. Palpabile la commozione fra la gente. Quando il portone della Consolata si è aperto la folla è entrata in silenzio e ha continuato la recita del rosario, fra la gente, in prima fila, il prefetto di Torino Goffredo Sottile: le navate del santuario si sono gremite in fretta ed è toccato al cardinal Severino Poletto dare il senso della fede, della testimonianza cristiana al dolore per questa scomparsa. “Se fossi vicino al letto del Papa, gli direi: “Non abbia paura, non è la morte che le viene incontro, è il Signore Gesù”. Questa la “riflessione” fatta dall’arcivescovo di Torino.



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