Delitto Cogne: in aula il pigiama di Anna Maria Franzoni
È escluso che il pigiama della signora Anna Maria Franzoni potesse essere appoggiato sul piumone del letto o sul pavimento. Quell’indumento era indossato dall’assassino che era in ginocchio sul letto. Il perito tedesco Hermann Schmittel in aula stamattina al processo d’appello di Torino ha confermato le conclusioni della sua perizia sulle macchie di sangue evidenziate sul pigiama, una perizia che di fatto conferma le tesi dell’accusa, quelle che portarono alla condanna a 30 anni della mamma di Samuele. Anna Maria Franzoni oggi è presente in aula accompagnata dal marito, dai genitori e dagli altri componenti della sua famiglia e del comitato sorto a sostegno della sua innocenza. Il suo difensore, avvocato Carlo Taormina, ha consegnato in mattinata ai giudici popolari e a quelli togati una lettera aperta in cui li invita a giudicare con animo sereno, “mentre io vi vedo pericolosamente inclini a condannare la mamma di Samuele” conclude il legale. I pantaloni sono addirittura stati portati in aula e esaminati minuziosamente ma alla fine non sono bastate più di 7 ore di udienza per giungere ad una conclusione univoca. Secondo il consulente della difesa, Berndt Birkmann, infatti, quell’indumento era appoggiato sul letto. Discussioni, anche accese, fra i 2 esperti, analisi del pigiama tirato fuori oggi in aula non sono serviti a cambiare la posizione delle due parti. Per l’accusa l’assassino era in ginocchio sul letto mentre colpiva Samuele e gli schizzi sono verticali. La difesa sostiene che il pigiama era sul letto e lo prova il fatto che ci sono gocce di sangue anche nella parte interna dell’elastico dei pantaloni.