È morto Sivori, angelo provocatore, re del tunnel
Cordoglio, dolore e tristezza nel mondo del calcio torinese, non soltanto juventino, per la scomparsa in Sudamerica di Omar Sivori, uno dei più grandi di ogni epoca: fantasia, genio, imprevedibilità, “l’angelo dalla faccia sporca” come Maschio e Angelillo, mito al pari del gigante buono John Charles. Nato a San Nicolas nel 1935 Sivori arrivò in Italia alla Juventus nel lontano 1957 dal River Plate. Giocò con la maglia bianconera fino al 1966 quando passò al Napoli, facendo poi ritorno in Argentina nel 1969. In Italia ha messo a segno 258 gol; ha partecipato a 9 incontri in Nazionale segnando complessivamente 8 reti. Irriverente provocatore, per via di quei calzettoni sempre abbassati, è stato il re del tunnel e di una lunga epopea juventina. Classe, genio, fantasia, imprevedibilità: Sivori era un vero fuoriclasse anche se eccessivamente bizzoso. Non a caso, in 11 anni di carriera italiana, colleziona oltre trenta giornate di squalifica per colpa del suo temperamento “caliente”. È Pallone d’Oro nel 1961. Merito suo (oltre che di Charles) gli scudetti juventini del ’58, ’60 e ’61. Conquista anche la Coppa Italia nel ’59 e nel ’60 e contribuisce, pur non giocando la finale, alla conquista della stessa Coppa nel ’64-65, sua ultima stagione in maglia bianconera. Otto reti nelle coppe europee, 166 in tutto con la maglia bianconera, uno dei più grandi di sempre. Da giocatore la sua ultima partita con la maglia bianconera l’ha giocata nel 1965. Ma ancora oggi, a 40 anni di distanza, Omar Enrique Sivori era rimasto nel cuore dei tifosi juventini. E resta il giocatore ad aver indossato più volte la maglia bianconera numero 10 (ben 211). Un legame indissolubile quello con la Signora ripreso all’inizio del 1994, con l’incarico di osservatore per il Sudamerica.