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16 febbraio 2005

Tutte bugie quelle del “rapinatore malato”

Malato sì, ma non di tumore, più probabilmente di mente. Aveva confessato d’essere diventato rapinatore perché gli era stato diagnosticato un cancro e lui voleva assicurare un futuro economicamente tranquillo alla famiglia: in realtà Michele, l’uomo di una cinquantina d’anni, avrebbe qualche problema psichico ma certamente non ha un tumore. È bastato qualche esame clinico un po’ più approfondito per scoprire l’enorme bugia di questo malvivente che in poco più di 1 anno ha messo a segno 13 colpi in banche di Torino per un bottino complessivo superiore ai 120milioni di euro. Si sarebbe inventato tutto forse proprio perché affetto da qualche problema mentale forse per impietosire gli inquirenti. La Procura di Torino ha voluto andare a fondo ed ha scoperto così il castello di bugie. Adesso è in carcere, dove sarà sottoposto a perizia psichiatrica. Dovrà restituire tutto il bottino, ma per quelle sue bugie probabilmente non rischia nulla.



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