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04 febbraio 2005

Rapimento Sgrena: padre “mia figlia è forte, sono fiducioso”

“Mia figlia è una donna forte, sono fiducioso che questa vicenda si concluda positivamente”. Franco Sgrena, 79 anni, ferroviere in pensione, riesce a dominare la tempesta di sentimenti che lo agita da quando, stamani, ha saputo che sua figlia Giuliana, giornalista del Manifesto, è stata rapita a Baghdad. La famiglia Sgrena abita in una casetta nel centro di Masera, un paesino di un migliaio di anime a una decina di chilometri da Domodossola. Franco è sposato con Antonietta, che di anni ne ha 74, ed ha un altro figlio Ivan, di 53 anni, che vive anch’egli nel paese ossolano. Franco è un operaio comunista militante. Macchinista al grande scalo ferroviario di Domodossola, ancora oggi è iscritto al Partito dei Comunisti Italiani, di cui è tesoriere per la sezione Ossolana. In zona è persona nota. Oggi gli hanno telefonato il presidente del Pdci, Armando Cossutta, e il segretario, Oliviero Diliberto. “Abbiamo visto Giuliana per l’ultima volta – dice seduto nel salotto di casa – a Natale, si è fermata un giorno e mezzo, poi è ripartita per Roma. Qualche giorno dopo ci ha telefonato per dirci che sarebbe andata a Baghdad. Nei paesi del Medio Oriente è stata molte volte, ha iniziato con la Guerra del Golfo, poi è stata in Giordania, e in Afghanistan. È stata anche in Africa, Somalia e Marocco. Non abbiamo mai cercato di dissuaderla, è troppo entusiasta del suo lavoro. Credo che Giuliana saprà evitare reazioni che possano innervosire i rapitori”. “In questi momenti è difficile avere notizie precise su ciò che è accaduto – prosegue – ma sappiamo che c’è tanta gente che sta lavorando per liberare nostra figlia. Siamo fiduciosi”.



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