Vercelli si è fermata otto ore contro la crisi
Vercelli si è fermata oggi per otto ore per denunciare la grave situazione di crisi del territorio. Lo sciopero è stato proclamato congiuntamente da Cgil, Cisl e Uil con l’adesione di Ascom, Cna, Confesercenti e Confartigianato. Al corteo, durante il quale molti negozi hanno abbassato le serrande e spento le luci, hanno partecipato 800 persone secondo i calcoli della Questura, almeno il doppio secondo i sindacati. Numerosi i sindaci dei centri vicini con gonfalone; al comizio hanno parlato Fernando Rosato della Uil, Mario Scotti della Cisl Piemonte, alcune delegazioni delle aziende in crisi, Giuseppe Misia per Confartigianato e Confesercenti. Particolarmente significativa la presenza, sul palco, di monsignor Enrico Masseroni, arcivescovo di Vercelli, che dopo aver ribadito la solidarietà dell’intera arcidiocesi alle famiglie colpite dai licenziamenti, ha lanciato un appello “a tutte le persone che hanno responsabilità, perché intervengano e mettano al primo punto sulle rispettive agende il problema del lavoro”. Secondo i sindacati, nel Vercellese negli ultimi anni si sono persi circa tremila posti di lavoro e altri mille sono a rischio. Il blocco del turn-over ha provocato nella pubblica amministrazione una riduzione di circa 500 unità. Nel periodo 2001-2004 sono andati in fumo 100 posti di lavoro nel settore chimico, 60 in quello gomma- plastica, 650 nel comparto metalmeccanico, 480 nel tessile, circa 80 nel comparto alimentare, un centinaio nel settore del credito.