Valvole killer, i pm chiedono giudizio per Di Summa e Poletti
I pm Cesare Parodi e Paolo Toso hanno chiesto oggi al gup Simone Perelli il rinvio a giudizio per Michele Di Summa e Giuseppe Poletti, i cardiochirurghi accusati di corruzione, omicidio colposo e lesioni nell’ambito dell’inchiesta per l’impianto di valvole cardiache difettose alle Molinette di Torino, che hanno causato il decesso di sei pazienti e costretto oltre 20 a farsi rioperare. I legali dei due cardiochirurghi hanno invece chiesto per i loro assistiti di patteggiare una pena di due anni di reclusione solo per il reato di corruzione, mentre hanno sostenuto l’innocenza per le accuse di omicidio colposo e lesioni. I pm si sono opposti alle richieste delle difese. Durante l’udienza, Michele Di Summa ha voluto fare una dichiarazione spontanea per chiarire la sua posizione sulle morti dei sei pazienti. L’ex cardiochirurgo ha sostenuto la sua estraneità ai sei decessi, sostenendo di essersi fidato sulle valvole perché la qualità era garantita in tutta Europa e, valutando caso per caso, ha detto che non ci sarebbe alcun nesso tra il decesso e il malfunzionamento delle protesi. Secondo Di Summa, non sarebbero corrette le perizie dell’accusa. Oggi, infine, si sono costituiti responsabili civili Università e Asl, mentre non lo ha fatto il Tuv.