Blackout: 3 anni fa Italia al buio, 10 avvisi garanzia
Tutta l’Italia cadde nelle tenebre il 28 settembre 2003: alle tre del mattino la corrente saltò ovunque, e fu ripristinata solo dopo molte ore e profondi disagi. La Procura di Torino, adesso, ritiene di avere individuato cause e responsabili, e dal capoluogo piemontese sono partiti una decina di avvisi di garanzia. I destinatari dei provvedimenti sono dirigenti e funzionari (uno dei quali deceduto dopo l’apertura del fascicolo per un incidente stradale) del Grtn, il gestore della rete di trasmissione nazionale, più qualche professionista esterno. Il reato ipotizzato dai pubblici ministeri Raffaele Guariniello e Sara Panelli è il disastro colposo. L’inchiesta viene condotta dai magistrati subalpini perché – a loro giudizio – il punto di origine del gigantesco blackout è da ricercare nella centrale elettrica di Rondissone, un paese alle porte del capoluogo piemontese, dove confluivano, dalla francese Albertville, due linee ad altissima tensione. Ci fu un sovraccarico improvviso, i dispositivi saltarono e, con effetto domino, il fenomeno si estese al resto del territorio nazionale: case, ospedali, uffici pubblici rimasero senza luce per l’intera mattinata (nelle località del nord) e per l’intera giornata (al sud e nelle isole).