Torino 2006: caos da Olimpiadi, ed è fuga dalla città
E Olimpiadi siano… alla faccia di quelli che se ne vanno. Sì, perché pare che siano numerosi i torinesi, probabilmente spaventati dai probabili disagi per il traffico, i rumori “molesti”, i megaconcerti fino a notte fonda, ad avere deciso di lasciare la città durante i Giochi. A fronte delle decine di migliaia di concittadini che hanno già acquistato i biglietti (in tutto nel mondo ne sono stati venduti, ad oggi, 600 mila) ci sono migliaia di persone che stanno preparando le valigie. La maggior parte di loro, secondo quanto si apprende dai titolari delle principali agenzie turistiche della città, appartengono alla fascia medio alta se non propriamente alta della popolazione. Sono avvocati, medici, manager che acquistano pacchetti per viaggi anche molto costosi per soggiorni in paesi caldi, approfittando anche del fatto che i figli, nel periodo olimpico, non andranno a scuola (la maggior parte degli istituti resterà chiusa). Diversi tour operator parlano di un incremento delle vendite di viaggi, biglietti e pacchetti completi del 20%-30% rispetto al febbraio dell’anno scorso. “Le Maldive – dice Mauro Pincelli di Hotelplan – sono già sold out. Poi abbiamo venduto molto bene la Cambogia, la Thailandia e l’Asia in generale”. Tra le mete preferite, le Maldive, le Mauritius, i Caraibi, ma anche l’India e gli Emirati Arabi. Costo medio della “fuga” 2.500/3.000 euro a testa, ovvero già un bel budget da destinare per una famigliola di quattro persone, anche se in generale le offerte invernali sono sempre a prezzi migliori di quelle estive. Nessun operatore avrebbe comunque speculato viste le richieste. Anzi, un grande tour operator come Alpitour ha creato pacchetti ad hoc con ottimi prezzi dal titolo: “Febbraio 2006, il mondo guarda a Torino, febbraio 2006, da Torino io guardo al mondo”. C’è poi chi, un po’ snobisticamente, se ne va semplicemente al mare, in Liguria, come il saggista Saverio Vertone. “Non voglio certo offendere le Olimpiadi – dice Vertone – ma a me non importa nulla né degli sport invernali, né di tutte le iniziative collaterali più o meno mondane, anzi sono molto preoccupato del caos che ci sarà nelle strade”.