Cadavere in discarica: dopo autopsia sfuma ipotesi omicidio
Sfuma l’ipotesi della morte per omicidio per Massimo Clemente, l’uomo di 42 anni di Torino i cui resti sono stati trovati martedì mattina nella discarica municipale della città. La pista perde di consistenza per la Squadra Mobile dopo i riscontri dell’autopsia, eseguita oggi dal medico legale Roberto Testi. Un esame che, comunque, non ha potuto ancora dare risposte chiare sulle cause della morte dell’uomo, soprattutto perché ciò che ne resta, e non certo in buone condizioni, sono solo il busto, un piede con una parte di gamba, una mano e la testa, dilaniati dalla compattazione della spazzatura. L’esame di questi resti ha permesso di stabilire solo con una certa approssimazione che la morte è avvenuta prima che l’uomo fosse raccolto dai mezzi della nettezza urbana. Tutte le lesioni trovate sui suoi resti, infatti, risultano successive al decesso. Clemente potrebbe essere deceduto dopo l’assunzione di una dose massiccia di psicofarmaci, di cui faceva uso, che lo ha reso incosciente: in queste condizioni si sarebbe gettato tra la spazzatura. Per chiarire questo aspetto si dovrà attendere l’esito dell’esame tossicologico. Resta remota invece l’ipotesi che Massimo Clemente sia stato gettato nella spazzatura con intenti omicidi, anche se non ci sono elementi per escludere che sia stato addormentato o stordito con un colpo alla testa. Secondo la ricostruzione della Polizia, l’aggressione potrebbe essere avvenuta solo fra le 7 e le 8,30 del mattino, ma è assai strano che a quell’ora non vi siano testimoni nonostante nella zona, che è quella di Porta Palazzo, vi sia già un gran via vai di gente.