Morte Matilda: padre non si costituisce parte civile
Simone Borin, il padre della piccola Matilda, la bimba di 22 mesi trovata uccisa il 2 luglio scorso a Roasio (Vercelli), non si costituirà parte civile per il processo che avrà inizio l’8 giugno in Corte d’Assise a Novara, dove l’ex moglie Elena Romani, hostess di 31 anni, è chiamata a rispondere di omicidio preterintenzionale nei confronti della figlioletta. Lo spostamento del processo da Vercelli a Novara è stata una conseguenza della decisione dei difensori dell’imputata di chiedere il giudizio immediato. La decisione di Borin di non costituirsi parte civile è stata resa nota oggi dai suoi legali, Vittorio e Dario Celiento, a distanza di oltre sei mesi da quando la piccola fu trovata uccisa nella villetta del nuovo fidanzato della Romani, Antonio Cangialosi. I difensori di Elena Romani, Roberto Scheda e Tiberio Massironi, sono stati informati oggi della decisione e l’hanno accolta con favore, come una sorta di buon auspicio. Elena Romani attende intanto nella casa dei genitori, a Senago (Milano), il momento dell’udienza per il giudizio immediato. “È sempre combattiva – ha spiegato il legale Massironi – ma ci ha raccontato di aver passato un Natale triste, perché era senza la sua bambina. Il 30 dicembre poi, quando ha ottenuto il permesso di andarla a trovare al cimitero di Busto Arsizio (Varese), ha portato sulla tomba della piccola uno dei suoi pupazzi preferiti”.