Morto il partigiano che arrestò il Duce
“Cavaliere Benito Mussolini la dichiaro in arresto”: il partigiano “Bill”, al secolo Urbano Lazzaro, morto ieri sera all’età di 81 anni nell’ospedale di Vercelli, ha avuto modo mille volte di raccontare quel 27 aprile 1945, quando a Dongo salì sull’autocarro dove era nascosto il Duce incappottato fino ai denti da soldato tedesco, elmetto in testa e mitra tra le gambe. Originario di Quinto Vicentino (Vicenza), in servizio nella Guardia di Finanza, dopo l’8 settembre del ’43, venne arrestato dalle SS, ma riuscì a scappare prima di venire deportato nei campi di concentramento. Prese quindi attivamente parte alla lotta partigiana e quando ne uscì, a guerra finita, per un lungo periodo, come funzionario Sip, girò il mondo. Infine approdò a Rio de Janeiro dove visse con la moglie e tre figlie per fare soltanto brevi visite nel Vercellese. Per anni non parlò pubblicamente dell’avventuroso arresto di Mussolini e del giallo su chi scelse la via sbrigativa dell’esecuzione in piazzale Loreto e la mise in atto. Non parlò pubblicamente, se non dopo gli anni Ottanta, quando rientrò definitivamente in Italia, ma scrisse numerosi libri, in cui dette la sua testimonianza. Capitoli tragici di una storia tragica che neppure i testimoni oculari, come “Bill”, sono riusciti a scrivere una volta per tutte.