Universiadi: poco più di un mese all’inaugurazione
Tutto incominciò nel 1959 per volontà del più importante dirigente sportivo torinese del Dopoguerra, Primo Nebiolo. Affascinato dai Giochi studenteschi a cui aveva assistito due anni prima a Parigi, volle ripetere quella esperienza nella sua Torino, organizzando una manifestazione mondiale. Nacquero così le Universiadi, che fra 36 giorni tornano quindi nella loro città natale per celebrare la ventitreesima edizione invernale. L’appuntamento, in programma dal 17 al 27 gennaio, farà ripiombare Torino e le sue montagne nella magica atmosfera delle Olimpiadi svoltesi lo scorso febbraio. Le sedi di gara – Torino, appunto, ma anche Bardonecchia, Pragelato, Cesana-San Sicario, Torre Pellice e Pinerolo – sono le stesse in cui 10 mesi fa hanno trionfato i campioni a cinque cerchi. Qui verranno accesi i riflettori sulle undici discipline in programma. Ovvero il biathlon a Cesana San Sicario, la combinata nordica, il salto e lo sci di fondo a Pragelato, il curling a Pinerolo, l’hockey a Torre Pellice e a Torino, lo sci alpino e lo snowboard a Bardonecchia e di nuovo a Torino il pattinaggio artistico, quello di velocità e lo short track. Ce n’è insomma abbastanza per soddisfare anche i più esigenti appassionati di sport invernali. Tra gli oltre 2.600 atleti che arriveranno da 60 nazioni (nuovo record di partecipazione) sono infatti attesi campioni internazionali del calibro di Enrico Fabris. Il pattinatore azzurro, una delle grandi stelle dei Giochi dello scorso febbraio, è il testimonial delle Universiadi di Torino e se vincerà un’altra medaglia d’oro potrebbe ricevere in premio la laurea honoris causa del Politecnico di Torino. Grandi numeri anche per quanto riguarda i volontari coinvolti nell’organizzazione, circa 4 mila, e i giornalisti accreditati, più di mille. Le risorse messe in campo per organizzare la manifestazione ammontano a circa 18 milioni di euro.