Video choc su ragazzo down di Torino, indagati 4 compagni
È di Torino, ha 16 anni e soffre di alcuni gravi handicap. Ha un volto e un nome lo studente aggredito e percosso dai compagni di scuola, che poi hanno diffuso via internet le drammatiche immagini. Ma hanno anche un nome e un volto i responsabili dell’episodio: tre ragazzi e una ragazza di 16 e 17 anni che sono stati indagati oggi dalla Procura per i minorenni di Torino con l’accusa di violenza privata. Li hanno scoperti gli agenti delle Polizie postali di Torino, Milano e Roma in collaborazione con la squadra mobile del capoluogo subalpino. Ma quando stamattina la Polizia si è presentata dal preside della scuola professionale “Albe Steiner” alla periferia ovest di Torino per chiedere spiegazioni, gli agenti hanno saputo che a sua volta lo stesso dirigente della scuola aveva avviato un’indagine amministrativa ed aveva segnalato il fatto alla magistratura dopo avere ricevuto da due professori il racconto del video visto sul sito di Google Italia. L’aggressione risale a un periodo a cavallo tra i mesi di maggio e giugno, poco prima della conclusione dell’anno scolastico. Nei tre minuti del video si vede il ragazzo disabile che, al suo rientro in classe dopo essere stato in bagno, viene dapprima deriso e poi colpito. Dapprima resta in un angolo, immobile, poi reagisce ai colpi di un compagno che si avvicina. Al giovane portatore di handicap cadono anche gli occhiali e nel tentativo di riprenderli viene ancora deriso. Scene drammatiche, compiute da quattro “bulletti”, ma, fatto ancor più grave, riprese da un videofonino e poi inserite, nel mese di agosto, su internet. Scene viste anche da altri compagni della classe, composta complessivamente da una ventina di giovani ma al momento del fatto pare che ce ne fossero una decina, che non hanno fatto nulla per difendere il disabile, ma, al contrario, lo hanno anche loro deriso. C’è anche chi ha disegnato nel frattempo il simbolo “SS” sulla lavagna ed ha fatto il saluto fascista. “Un ragazzo dolcissimo. Gli piace il cantante Zucchero e per questo vuole sempre che io gli canti le sue melodie”: così un’operatrice della scuola ha descritto il giovane portatore di handicap. Un’altra donna che lavora nell’istituto non è sembrata stupirsi troppo dell’accaduto. “Gli altri ragazzi non legano con lui – ha detto – non c’è solidarietà tra loro. Lui quasi non vede e sente pochissimo. Fa quindi molta fatica anche a capire gli scherzi. È, però, un ragazzo buono”. La notizia dell’aggressione ha sconvolto i familiari del giovane disabile, il fratello e la matrigna, che, una volta appreso quello che era successo dal preside della scuola, sono andati in una stazione dei Carabinieri per raccontare la loro preoccupazione, anche se non hanno presentato la querela (ai militari si sono tuttavia riservati di presentarla in un secondo momento). “Le indagini non coinvolgeranno immediatamente la persona offesa – ha commentato in una nota il procuratore capo dei minori Ennio Tomaselli, che coordina personalmente le indagini con il pm Marta Lombardi – in quanto è nostro dovere procedere con la massima cautela onde evitare che il giovane possa subire, di fatto, ripercussioni ulteriormente traumatiche, tenuto conto anche delle sue condizioni psico-fisiche e del tempo trascorso dal fatto”.