Fiat a gonfie vele, il trionfo di Marchionne
Ha 54 anni, parla indifferentemente italiano e inglese, si alza tutte le mattine alle 4, viaggia fra Torino e Ginevra (dove vive la famiglia) in Ferrari e ha il coraggio di presentarsi agli analisti e investitori internazionali (tutti rigorosamente in gessato) vestendo un semplice maglioncino blu. È Sergio Marchionne, l’uomo che in poco più di due anni ha tirato fuori la Fiat dalla crisi più nera e che ora punta al 2010 indicando obiettivi inimmaginabili. “Scegliendo gli uomini giusti e con un po’ di fortuna… le idee vengono dagli uomini giusti”. Risponde semplicemente a chi gli chiede la ricetta di questi successi. Incontrando i massimi esperti della finanza mondiale Marchionne ha detto poche cose ma efficaci: due anni fa Fiat Auto perdeva 2 milioni di euro al giorno, oggi ne guadagna 5, week end compresi; nel 2010 vogliamo vendere 2,8 milioni di vetture e sono pronti 23 nuovi modelli; dopo 20 anni torneremo a vendere in Australia e nel 2009 l’Alfa Romeo sbarcherà di nuovo negli Stati Uniti; nel 2010 la Fiat sarà senza debiti con 3 miliardi di liquidità e con l’utile netto a 3,5 miliardi di euro; l’anno prossimo distribuiremo dividendi ai nostri azionisti; nessun stabilimento in Italia verrà chiuso, anzi riprenderemo ad assumere. Marchionne non vuol sentir parlare di miracolo. Dopo due anni a tutto gas lascerà la guida del settore auto per dedicarsi solo al governo del gruppo Fiat. Perché? “Per lasciare spazio a giovani che se lo meritano…”.