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05 novembre 2006

Black-out in Germania, disagi in Piemonte

 A tutti è subito tornato in mente il settembre di 3 anni fa, quando si restò al buio anche per 20 ore. Stavolta invece il black out è durato poco più di un’ora e i disagi, per fortuna, sono stati limitati. Ma mezza Europa ha rischiato di rimanere totalmente al buio e al freddo. Ieri sera attorno alle 22 il sovraccarico di richiesta di energia in Germania, conseguenza del freddo polare, ha fatto saltare due linee di alta tensione nei pressi di Colonia. Nel giro di pochi secondi, a macchia di leopardo, si è spenta gran parte dell’Europa occidentale. Dalla Germania alla Francia, al Belgio, alla Spagna, al Portogallo, alla Croazia si sono registrate interruzioni di energia elettrica. In tutto circa 10 milioni di persone al buio, senza riscaldamento, con semafori in tilt, ospedali e trasporti in allarme. In Italia black out in Piemonte, Liguria, Calabria e Puglia. In particolare in tutte le province piemontesi è saltata la luce, in centomila senza energia nella sola città di Torino. In una multisala cinematografica a Moncalieri sono state interrotte le proiezioni e la gente è stata fatta uscire nelle strade buie e deserte. Dopo 40-50 minuti la luce è tornata e con essa anche la normalità. La Procura di Torino ha già aperto un’inchiesta. Nel capoluogo piemontese è attualmente aperta un’inchiesta per il black-out avvenuto il 28 settembre 2003. Per quell’episodio la Procura ha inviato la scorsa estate otto inviti a comparire. L’ipotesi d’accusa è il disastro colposo. La maggior parte degli indagati è già stata interrogata, e il procedimento sta per essere chiuso. Secondo la Procura subalpina, a provocare il black-out che il 28 settembre 2003 gettò tutta l’Italia nel buio fu il “fallimento delle strategie di difesa” del Grtn (il gestore della rete di trasmissione nazionale). Gli inviti a comparire sono stati spediti a una serie di dirigenti e funzionari (alcuni in pensione, e uno ormai deceduto), compresi gli ex amministratori delegati Luca D’Agnese e Pier Luigi Parcu. È chiamata in causa anche la società Terna, proprietaria della stazione di smistamento di Rondissone, in provincia di Torino, dove si verificò il primo distacco della rete elettrica nazionale.



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