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16 dicembre 2007

Dalai Lama: la cittadinanza di Torino è riconoscimento per Tibet

Non un premio alla persona, ma “un riconoscimento per tutto il Tibet”. Il Dalai Lama attribuisce questo particolare significato alla cittadinanza onoraria che gli è stata riconosciuta oggi pomeriggio da Torino. “Non mi considero una persona speciale, ma solo uno dei 6 miliardi di individui a questo mondo”, ha sottolineato il capo spirituale dei buddisti tibetani nella sala del Consiglio comunale di Torino. “Quello di oggi – ha continuato – è un riconoscimento per le mie azioni di solidarietà e tutti quelli che condividono la mia lotta per la giustizia ne saranno contenti”. A cominciare dai tibetani, “non appena ne verranno a conoscenza”, e dai buddisti cinesi, “che si riempiranno di gioia alla notizia”. La cerimonia di oggi pomeriggio era l’ultimo impegno ufficiale del Dalai Lama a Torino e in Italia. “Sin dal mio arrivo in Italia, lo scorso 5 dicembre – è il bilancio del suo soggiorno – sono stato accolto con simpatia e calore. Gli italiani – ha proseguito – mi hanno dimostrato tutto il loro sostegno e di questo sono estremamente commosso e colpito, per cui non posso che esprimere – ha concluso – tutta la mia gratitudine”. ‘Ci siamo comportati come parte costitutiva di uno Stato sovrano, che sa accogliere e ascoltare tutti, e che vuole respingere la cinica pratica della realpolitik”. Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Gariglio, ha spiegato così le ragioni dell’invito a Torino del Dalai Lama. “Non vogliamo fare – ha spiegato Gariglio – come Enrico IV di Francia che, per pensare all’opportunità politica o all’utile economico, abiurava i propri principi morali. Noi crediamo esistano dei principi inviolabili, sempre e ovunque”. La visita del Dalai Lama, secondo Gariglio, è infatti “un’occasione per discutere dei diritti umani e riaffermare con convinzione il ruolo della nostra Europa, dell’Europa unita, come difensore dei tanti diritti che in troppe parti del mondo – conclude – vengono ancora soffocati”.



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