Blocco tir, problemi per produzioni e rifornimenti
Oggi sono stati 25mila i dipendenti Fiat messi in libertà: da Mirafiori a Castel di Sangro, da Pomigliano d’Arco a Termini Imerese, ovunque linee produttive ferme a causa del mancato arrivo di materiali e di componenti. I vertici Fiat hanno fatto due conti: ogni giorno di fermo produttivo significa 5mila vetture che non escono dalle catene di montaggio, quindi chi ha acquistato una Punto o una Bravo (non le Panda e le Cinquecento che sono prodotte in Polonia e viaggiano su treno) e attendeva la consegna entro Natale si rassegni. Quel regalo sotto l’albero non ce l’avrà. Impossibile sapere cosa accadrà domani e difficile anche quantificare le perdite per l’azienda mentre è sicuro che i 25mila dipendenti lasciati a casa nella busta paga di dicembre si troveranno decurtato almeno il valore di 2 giornate (in media un centinaio di euro), giornate che sicuramente verranno recuperate in futuro ma per ora l’ammanco negli stipendi di dicembre ci sarà. Produzione agli sgoccioli anche alla Pirelli di Settimo e in genere in tutto il comparto industriale, dagli elettrodomestici alle materie plastiche. 210milioni di euro di perdita secca al giorno per il settore delle industrie alimentari, il conto lo ha fatto la Federalimentari. Si pensi, ad esempio, al settore dolciario che proprio sotto le feste natalizie vive il massimo della produttività. Alcuni tir hanno bloccato lo svincolo di Bruere, sulla tangenziale di Torino, impedendo quindi di raggiungere il Frejus. Intanto, gli uomini della Protezione Civile hanno portato, su richiesta della Fita-Cna, viveri e bevande ai camionisti che da lunedì sono fermi all’interporto di Torino.