Ci sono i primi indagati nell’inchiesta di Torino sul rogo alle acciaierie Thyssen di Torino. Disastro, omicidio e lesioni colpose sono i reati su cui indagano i magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello: massimo riserbo a Palazzo di Giustizia, ma da indiscrezioni risulterebbe che sono stati iscritti due o tre alti personaggi della direzione italiana della Thyssen. Anche il premier Romano Prodi da Lisbona chiede giustizia: “L’azienda dovrà chiarire senza reticenza alcuna, vogliamo luce totale e rapida”. E il ministro alla Solidarietà sociale Paolo Ferrero aggiunge: “Ho chiesto una riunione straordinaria del consiglio dei ministri per parlare di sicurezza del lavoro perché gli operai hanno diritto di tornare a casa vivi”. I sindacati dei metalmeccanici sono pronti a costituirsi parte civile nei confronti della Thyssen perché c’è anche il problema di garantire un futuro alle famiglie e ai figli che le vittime del rogo lasciano: Antonio Schiavone, 36 anni, aveva 3 figli piccoli; Roberto Scola, 32 anni, padre di due figli, Angelo Laurino, 43 anni, sposato anche lui con due figli, e Bruno Santino, aveva appena 26 anni. Giovani con pochi contributi e quindi difficile sperare in una pensione per le loro famiglie quasi tutte a monoreddito: da verificare se la Thyssen avesse un’assicurazione interna per le vittime. Lunedì Fim-Fiom e Uilm apriranno un conto corrente per raccogliere fondi per le famiglie delle vittime, ve ne daremo conto. E infine il presidente di Confindustria Montezemolo si è fatto garante per una vicinanza concreta alle famiglie.

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